IRAN. GIOVANE GAY IMPICCATO

IRAN. GAY IMPICCATO PER PRESUNTE VIOLENZA RISALENTE A QUANDO AVEVA 17 ANNI Arrestato per sodomia solo lo scorso anno, quindi sei anni dopo i reati contestati

di Alberto Zanconato

TEHERAN, 6 DIC - Non e' bastato il ritiro della denuncia delle presunte parti lese, non e' bastata la sospensione dell'esecuzione decretata dal capo della magistratura, non e' bastata la mobilitazione internazionale per cercare di salvarlo: Makwan Muludzadeh, un ragazzo gay di 20 anni, e' stato impiccato in Iran con l'accusa di violenza sessuale su tre ragazzini quando aveva 13 anni.Makwan, che era stato arrestato solo lo scorso anno, quindi sei anni dopo i reati contestati, e' salito sul patibolo ieri mattina nel carcere di Kermanshah, nell'ovest dell'Iran. Un'esecuzione frettolosa, secondo quanto scrive oggi il quotidiano Etemad Melli. La famiglia e' stata avvertita un'ora dopo il decesso perche' andasse a prelevare il corpo. E all'impiccagione non era presente nemmeno il suo avvocato, Said Eqbali.Secondo testimoni, dopo essere stato arrestato nella cittadina dove risiedeva, Paveh, Makwan era stato umiliato venendo portato in giro per le strade sopra un asino.La 'sodomia' e' uno dei reati per i quali nella Repubblica islamica e' prevista la pena di morte. Un termine che si presta ad ambiguita', poiche' non vi e' discriminante tra la violenza carnale e gli atti consensuali. Diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani, tuttavia, come Human Rights Watch, che ha reso noto il caso di Makwan, hanno denunciato le esecuzioni di giovani condannati solo perche' omosessuali.La condanna a morte, inoltre, e' applicata in Iran anche nei confronti di minorenni, o di persone che erano minorenni all'epoca dei reati contestati. E questo e' il caso di Makwan. Lo scorso agosto anche il ministero degli Esteri italiano aveva manifestato preoccupazione a Teheran per il fatto che l'omosessualita' figurasse tra i capi d'accusa contro alcuni dei molti impiccati, anche in pubblico, nei mesi passati. Successivamente una mobilitazione si era avuta in Italia in favore di Pegah Emambakhsh, una iraniana quarantenne che rischiava di essere espulsa come clandestina dalla Gran Bretagna e che affermava di rischiare la condanna a morte se fosse tornata in Iran, in quanto lesbica.Ma il presidente Mahmud Ahmadinejad ha negato che nella Repubblica islamica esistano omosessuali. Per cercare di salvare la vita di Makwan si era mobilitata nei giorni scorsi in Italia anche l'organizzazione Gruppo Everyone. Ma tutto e' stato inutile. Il 15 novembre scorso il capo dell'apparato giudiziario, l'ayatollah conservatore moderato Mahmud Hashemi Shahrudi, aveva sospeso l'esecuzione di Makwan chiedendo un nuovo giudizio. Ma l'impiccagione e' avvenuta comunque, in modo evidentemente affrettato. L'esecuzione infatti, che doveva aver luogo nel Parco Shahid Kazemi di Paveh, dove il giovane avrebbe commesso gli atti contestati, e' avvenuta nel cortile del carcere di Kermanshah.''Mi avevano detto - ha sottolineato l'avvocato Eqbali - che il riesame del caso avrebbe richiesto due mesi. Invece Makwan e' stato impiccato dopo nemmeno un mese''.Il sospetto e' che qualcuno abbia voluto vanificare l'intervento dell'ayatollah Shahrudi, che in passato aveva sospeso anche le esecuzioni di altri condannati minorenni e di Kobra Rahmanpur, una ragazza condannata a morte per avere ucciso la suocera dopo anni di soprusi. Se cio' trovasse conferma, sarebbe plausibile pensare che anche il campo giudiziario e' diventato terreno di scontro tra le diverse anime del regime. (ANSA).

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